





DIALOGHI | otto piccole mostre per il Giubileo 2025
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FONS SALUTIS​
Quando l'acqua si fa Verbo
Il “Redentore Benedicente” del Museo Diocesano
incontra
“Giacobbe e Rachele al pozzo” e “Cristo e la Samaritana”
di Luca Giordano​
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Sala grande del Museo Diocesano
3 | 31 maggio 2025
​I DIALOGHI sono piccole mostre che – partendo dal tema giubilare “Pellegrini di speranza” – mettono a confronto una o più opere provenienti da altri musei, collezionisti privati e chiese della diocesi con una nella raccolta del Museo Diocesano.
Il nostro museo non aderisce, dunque, al modello della mostra blockbuster, l'idea di accogliere in prestito capolavori magari in grado di richiamare il grande pubblico, ma estranei al percorso espositivo, privilegiando la valorizzazione della propria collezione e del patrimonio artistico della Diocesi.
Si tratta di opere scelte intorno ai temi del Dono, della Speranza, della Grazia, che ogni persona, ogni pellegrino, potrà percepire come spunto per una positiva relazione con gli altri.
Queste piccole mostre valorizzano così i temi del Giubileo attraverso la via della bellezza, nel suo significato più profondo, poiché l’arte è una porta aperta verso l’infinito.
In questo quarto DIALOGO il trait d’union tra le tre tele esposte non è il tema iconografico, l’ambito culturale o l’autore, ma l’attinenza comune al tema giubilare, come sottolineato a partire dal titolo stesso della mostra.
Innanzitutto il titolo di questo quarto DIALOGO: Quando l’acqua si fa Verbo. Le vicende bibliche narrate nelle due piccole tele di Luca Giordano ruotano entrambe attorno al tema della sorgente e del pozzo. Nella liturgia, il pozzo è un luogo di incontro con lo Spirito e la nostra umanità, è la coppa attraverso cui ci abbeveriamo di questo Spirito. Il pozzo diventa così simbolo della sete interiore dell'uomo: una sete che non può essere colmata dalle cose materiali, ma solo da Cristo – Verbo incarnato – che offre l'acqua viva dello Spirito.
Durante l’apertura della Porta Santa, inoltre, il pontefice colpisce tre volte la porta con un martello, richiamando l’immagine metaforica di Cristo come Porta che conduce alla salvezza. Nella Bolla di indizione del Giubileo 2025 papa Francesco scrive: “… spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo … questo Anno Santo orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù”.
Tra le molte raffigurazioni di Cristo custodite nel Museo Diocesano, si è scelto, dunque e a pieno titolo, di mettere in dialogo con le tele di Giordano (sinora inedite, riconosciute al pittore da Daniele Benati e poi oggetto di un ampio studio da parte di Riccardo Lattuada), l’intrigante e significativo “Redentore benedicente”. La tela, da tempo all’attenzione della critica per l’elevata qualità esecutiva, è stata nel corso degli anni al centro di un dibattito che ha dato luogo a svariate proposte attributive, dibattito il cui ultimo capitolo è costituito dal recente lavoro di analisi condotto dallo storico dell’arte Massimo Pulini, che la ritiene motivatamente assegnabile alla produzione giovanile di Guido Cagnacci.
Questo quarto DIALOGO, che chiude la prima parte del ciclo di otto mostre (si riprenderà col mese di settembre), diviene così anche l’occasione per permettere al pubblico di apprezzare gli effetti del restauro – eseguito nel 2023 da Michele Pagani grazie ai fondi annuali derivanti dalla destinazione dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica – che ha salvato l’opera dal degrado cui l’avevano condannata i danni del tempo.
